Maruko non è sempre stato "il Diavolo". Nato inuna periferia segnata dalla violenza e dall’indifferenza, ha imparato presto che il mondo non premia i buoni. Da ragazzo aveva il sogno di diventare uncampione, ma le porte delle palestre gli venivano sbattute in faccia: troppo “strano”, troppo “silenzioso”, troppo “diverso” dagli altri. Viveva nell’ombra,osservando. Iniziò la sua carriera come Maruko The Demon, costruendosi l’immagine di una forza bruta, un mostro che pensava di poter dominare con lasola violenza. E per un po’ funzionò. Le vittorie arrivarono, il pubblico tremava. 

Ma quando arrivarono le sconfitte più pesanti, quando fu umiliato,messo KO davanti a tutti, si accorse di una verità crudele: la sola forza non basta. Mentre gli altri ridevano di lui, Maruko rifletté. Non serviva essere ilpiù forte, serviva essere il più astuto. Non un demone incontrollabile, ma un diavolo calcolatore. Così nacque Maruko The Devil: non un essere sovrannaturale, ma unuomo che ha imparato ad insinuarsi nella mente degli altri. Ha capito che le persone non vanno solo colpite: vanno tentate, sussurrate, rotte dall’interno.Ogni uomo porta dentro di sé paure, invidie, desideri repressi. E lui ha deciso di usarli come armi. Non offre promesse di gloria, ma la verità che tuttinegano a sé stessi: per vincere, devi tradire ciò che sei. E il pubblico lo sa.

Quando parla, non c’è bisogno di fiamme o effetti speciali. Bastano i suoi occhi, la calma con cui svela i peccati degli altri… e il dubbio che lascia, come un veleno lento.